LE NOTE DI COPERTINA
Se ti appassionano i gospel e i canti spirituali nero-americani, non c’è problema: come li cantano gli “Alti & Bassi” ci puoi scommettere che non li canta nessuno. Se vai in estasi per il jazz d’annata è inutile che salti sul primo aereo per New Orleans, Chicago o Kansas City: basta voltare l’angolo e gli “Alti & Bassi i” sono lì che ti aspettano, pronti a fare lo snap a tempo di swing. E se stravedi per il leggendario “canto a cappella” e vuoi navigare a mezza costa tra madrigali monteverdiani e melodie di George Gershwin, basta il tocco di un diapason e loro – “alti o bassi” che siano – sussurrano one-two-three-four, entrano in orbita e non li fermi più. Parola di
Lucia e Virgilio dei Cetra
Carissimi Alti & Bassi,
vi risparmio la parte elogiativa già puntualmente espressa da Lucia Mannucci e Virgilio Savona sul precedente CD e che sottoscrivo “in toto”. Mi limiterò a ringraziarvi per avermi risolleticato, dopo tanti anni di torpore cerebrale nei confronti della musica, quella “libido” struggente che mi travolse nel 1936 al primo ascolto della Rapsodia e via via dei mille capolavori di quel genio che fu G. Gershwin. Il vostro fervore nel riesumarlo in questo secondo CD mi intenerisce. E se voi, di cui potrei essere nonno, amate come me una musica scritta negli anni venti, vuol dire che forse non sono ancora rimbambito! Continuate così e grazie dal vostro nonno Lelio.
Lelio Luttazzi
Gli alti e bassi ci accompagnano nella vita, nella pallacanestro, nell’economia… ma soprattutto nel canto: la voce è, infatti, lo strumento pià difficile, ma anche il più affascinante e d’immediata comunicazione. Ascotate come Questi “Alti & Bassi” riescano a creare un’atmosfera piacevole ed equilibrata, passando dagli spiritual agli standard jazz, sempre in perfetta sintonia, con un’eccellente intonazione e gradevoli sequenze armoniche. Amore, competenza, impegno e perseveranza hanno portato il quintetto degli “Alti & Bassi” a risultati davvero mirabili, come questo CD che ho il piacere di consigliarvi, perché possa contribuire a farvi trascorrere un momento musicalmente raffinato. Felicitazioni agli artisti e buon ascolto da
Franco Cerri
Apprezzo veramente a fondo i dischi degli
Alti & Bassi. E’ un vero privilegio ascoltare voci umane che restituiscono la sonorità ferrigna e impetuosa di una swing band. Mi sono gustato passaggi armonici di grande suggestione e una snellezza ritmica incantevole.
Tanti auguri di buona avventura artistica!
W la Musica, W lo Swing!
Paolo Conte
Carissimi Alti e Bassi,
dopo i tanti illustri colleghi che mi hanno preceduto nel presentare i vostri dischi precedenti, aderisco volentieri alla vostra richiesta di dedica, quasi a lasciare il segno di protagonista dello swing italiano che mi attribuite. Ho ascoltato con grande attenzione e gustato gli arrangiamenti, le armonie e gli equilibri che ricreano il sound di una grande orchestra ma solo con 5 voci e, come nella tradizione più consolidata del “canto a cappella”, senza alcun strumento.
Bravi! Questa tradizione ha storia lunga e, grazie a lavori come il vostro, anche futuro. Ciò mi spinge a farvi i migliori auguri di raggiungere, anche nei momenti più BASSI del mercato culturale, i consensi più ALTI del pubblico.
Buon lavoro, Renzo Arbore
LE PRINCIPALI RECENSIONI
”Straordinario concerto in piazza del Foro per le continue sorprese degli ALTI e BASSI: cinque voci di gran classe. Questo è uno dei gruppi più straordinari che il pubblico bresciano abbia mai conosciuto”
Brescia Oggi – Luigi Fertonani – settembre 2006
“La miglior Band a cappella italiana. Non sono secondi alle grandi formazioni americane e, se fossero di stanza a New York, sentiremmo parlare di loro in lungo e in largo”.
Buscadero – Paolo Carù – marzo 2006
”Gli ALTI e BASSI possono essere considerati oggi i più qualificati portabandiera italiani delle esecuzioni a cappella in ambito pop. Prassi che nella tradizione più antica della musica occidentale era diffusissima e che consiste in esecuzioni a voci sole, cioè senza accompagnamento strumentale.
Amadeus – agosto 2010 – Gaetano Santangelo
“Apprezzati da Paolo Conte, questi cinque signorini solo voce hanno poco da invidiare ai Manhattan Transfer & Co.: 3 cd alle spalle, eccoli ora in una infinita Medley (32 brani!) passare da Disney (deliziosaEverybody Wants to be a cat), ai Beatles di Sgt. Pepper’s, via Battisti (coraggiosa Con il Nastro Rosa) e Bee Gees (Night Fever). Ma che bravi! RSVP: Take6”
VENERDì di REPUBBLICA – Angelo Aquaro – gennaio 2006
“(…) gli ALTI e BASSI nel recente Io Ho In Mente Te (ed. Preludio) applicano le lezioni dei maestri (Take Six, Persuasions, ndr.) ai classici del pop nostrano. Rileggono Modugno e il Quartetto Cetra, Paoli e Mina, Battisti e l’Equipe 84: dodici gioielli senza tempo rivitalizzati con classe e maestria badando a offrirne versioni rispettose, ma al contempo sufficientemente personalizzate da non farle sembrare mere rivisitazioni. (…)”
Famiglia Cristiana – 5 febbraio 2010 – Franz Coriasco
“Chiusura con il botto della stagione concertistica del Cid sondriese che ha portato in scena un gruppo artistico corale dal sound inconfondibile, che non solo ha dato saggio di una perfezione stilistica veramente unica, ma ha saputo anche elettrizzare il numeroso pubblico dell’auditorium “Torelli” coinvolgendolo con il suo ritmo, le sue gag semplici e ironiche e con quello spirito scanzonato che ha conquistato grandi e piccini. Il quintetto degli ALTI e BASSI, infatti, non si è certo risparmiato con ben 4 spettacoli durante l’arco della giornata, di cui 3 dedicati al mondo scolastico con delle matinée di grande impatto emotivo che hanno visto la partecipazione di oltre 1200 spettatori. (…)”
Il Giorno – 2 aprile 2009 – Nello Colombo
“Paolo Conte lo definisce “la sonorità ferrigna e impetuosa dello swing”. Loro preferiscono chiamarlo “l’altro Novecento”, sicuramente meno poetico ma più sfumato nei contorni. Il suono degli ALTI e BASSI, forse il miglior quintetto vocale della scena italiana, è facilmente riconducibile al jazz dei primordi, ma da esso non si lascia definire o rinchiudere. Con l’espressione “altro Novecento”, questi formidabili artisti vogliono riferirsi al foltissimo mondo che si è sviluppato al di fuori delle avanguardie storiche e, allo stesso tempo, lontano dai riflettori del pop. Con i piedi ben piantati nel ritmo e nelle armonie della tradizione afro-americana, dal 1994 gli Alti&Bassi esplorano la musica popolare italiana e le canzoni di Gershwin, le colonne sonore cinematografiche più suggestive e i momenti più audaci dei Beatles. Alle indiscutibili doti tecniche aggiungono una non comune capacità di tenere il palcoscenico, che li porta a improvvisazioni giocose che cambiano ad ogni serata. Nel corso della maratona musicale milanese La musica è per tutti, organizzata da “Amadeus”, gli Alti&Bassi sono stati gli unici a essere richiamati per un bis. (…)”
Sistema Musica – maggio 2009 – Alessio Tonietti
“Gli <ALTI e BASSI si contraddistinguono nel panorama vocale italiano non soltanto per il loro talento, ma per l’innata teatralità con cui consacrano ogni loro esibizione. Per quanto il titolo IO HO IN MENTE TE potrebbe indurre a pensare che si tratti di “musica leggera”, in realtà gli ALTI e BASSI riescono brillantemente a rendere omaggio alla tradizione. (…) Gli ALTI e BASSI sono un gruppo vocale fuori dal comune, forti del proprio talento si sono resi portatori sani di una forma musicale denominata “a cappella”, ovvero quando il canto si priva consapevolmente dagli strumenti avvalendosi esclusivamente della propria voce. E se il canto a cappella, nel significato più classicheggiante del termine è riservato ad un pubblico di nicchia, gli ALTI e BASSI si possono “prescrivere” a tutti coloro che, affetti da idiosincrasia verso il genere “classico”, nutrono una sana curiosità nei confronti di coloro i quali hanno fatto del proprio bagaglio di studi un’opportunità da riservare ad un pubblico più eterogeneo. Il Gruppo promette una serata frizzante, una ricerca accurata e minuziosa consente agli ALTI e BASSI di riservare ad un pubblico eterogeneo una carrellata di brani particolarmente sapienti nel carpire l’attenzione di una platea oramai avvezza al belcanto. (…) Per chi abbia avuto la fortuna di apprezzarne il talento, rammenta come il gruppo sappia muoversi sul palco con simpatia e disinvoltura, una versatilità fuori dal comune capace di regalare esibizioni istrioniche, ma costantemente in equilibrio. Naturale pensare come possano avere tratto ispirazione dal “quartetto Cetra”, ironici e trasformisti pare siano stati citati quali “l’emanazione nazionale e giovanile del modello Manhattan Transfer”. Sta di fatto che offrono a chi li ascolta stimoli continui e forse anche una sottile confusione sui confini che, nei programmi ministeriali dei Conservatori, relegano la musica “leggera” a semplice ruolo di passatempo.”
Elisa Braccia
(per gentile concessione dell’Accademia Stefano Tempia, Conservatorio di Torino)
“Ironia e rigore, disciplina e fantasia, risate e magia. Sì, è fatta di voluti contrasti la serata offerta da un gruppo vocale fantastico che le opposizioni le ha messe fin nel nome: sono gli ALTI e BASSI[/color] , protagonisti lunedì sera dell’apertura del cartellone musicale della stagione comunale del Teatro Verdi di Fiorenzuola. Questo gruppo vocale a cappella ha mancato per un soffio la selezione tra i venti big del Festival di Sanremo. La loro Nave dei sogni aveva incantato Carlo Conti e la direzione artistica. In compenso il pubblico del Verdi ha potuto apprezzarla dal vivo, a conclusione di uno spettacolo scoppiettante, divertente, applaudissimo. Gli Alti&Bassi hanno presentato in anteprima assoluta il nuovo album, che uscirà il 13 gennaio: intitolato La nave dei sogni celebra i vent’anni di vita di questa formazione, capace di rinnovarsi continuamente nutrendosi di una tradizione musicale colta, tra jazz, swing, pop, senza trascurare i compositori classici. (…) Le voci del quintetto diventano strumenti: le corde vocali sono come le corde dei contrabbassi, la base ritmica è data da vocalizzi sapienti e schioccare di dita; ci sono persino i fiati: sax e trombe, riprodotti dai “nostri” musicisti, che si trasformano in strumenti musicali essi stessi. L’impasto finale appare naturale, anche se in realtà è sapientemente ricercato. Strabiliante la resa di un brano classico come Aria sulla quarta corda di Bach, divenuta arcinota come sigla del seguitissimo programma tv Quark. Ma qui c’è qualcosa che sconquassa le certezze e rende rock la musica colta: l’irruzione di un “capellone” che distorce l’aria bachiana con la chitarra elettrica (sì, riescono a riprodurre pure quella).(…) Grazie del sogno.
La Libertà (Piacenza) – gennaio 2015 – Donata Meneghelli[/color]